domenica 22 luglio 2012

La Rai ai Bagni Mafalda-Royal per intervistare me!!!







Un comunicato di mia figlia e il gioco è fatto... 
Siamo finiti su Repubblica.it, il Corriere.it, il blog di Tgcom24, Savonanews, Ivg, Mentelocale, l'Eco di Savona, di Albenga, 
e su molti altri giornali on-line

sul quotidiano La stampa in un articolo di Massimo Picone, 
che ringrazio. 
... l'ho appeso in bella vista vicino al mio orto, 
in modo tale che i clienti lo vedano. 

A sorpresa è anche arrivata Emanuela Pericu del tg3 regionale 
che mi ha intervistato e devo dire ha fatto un ottimo servizio, citando anche il mio blog!!! 
Ho postato alcune foto per ringraziare lei e l'operatore per l'ottimo lavoro eseguito.

Qui di seguito per chi non lo avesse ancora visto vi inserisco il link è al 00:13:36

Ringrazio anche e soprattutto Giò Barbera che da sempre pubblica le nostre iniziative... 
sempre sulla notizia.
Grazie di cuore a tutti!

martedì 17 luglio 2012

L'orto? Si, ma balneare






Ai Bagni Mafalda Royal di Varazze, ho creato un orto, forse l’orto più vicino al mare della nostra penisola.

Per chi scende ai Bagni Mafalda Royal di Varazze, una piccola sorpresa lo aspetta: sulla destra dell’entrata c’è un orto che con il caldo dell’estate e la vicinanza al mare è letteralmente esploso. In poco tempo sono nati zucchine, diversi tipi di pomodori, fragoline di bosco (ehm di spiaggia), melanzane, diversi tipi di insalata. Ma ci sono anche le erbe aromatiche di Liguria, il chinotto di Savona, tutto coltivato da me. 
Se verrete a trovarmi potrete visitare il mio orto, in poco tempo, diventato un laboratorio per i clienti, che all’occorrenza  si servono e portano a casa di volta in volta ciò che serve loro per cucinare.  Anche i più piccoli sono interessati e in poco tempo l’orto, dove le varietà coltivate (dalle erbe, alla frutta) sono quelle tipiche del territorio regionale, si è dimostrato uno strumento didattico che aiuta I bambini a riconoscere le piante, le erbe e I prodotti del nostro territorio. 





lunedì 9 luglio 2012

Pesca al bolentino



Che cosa e' il bolentino?
Un pezzo di sughero o di polistirolo bianco dove si avvolge 50mt di filo, chiamato madre dello 0,50 e alla fine di questo si mette un piombo do 30/40 gr. Dopo il piombo si lega un amo con un filo più sottile e poi vi si lega un altro amo, volendo anche tre ami. Questo filo più piccolo deve avere una lunghezza di 30 cm. 
Come esca si può usare il vermello che si trova sott'acqua in casette di sabbia incollata dalla sua saliva. 


Cosa si pesca con il bolentino? 

I rimbotti, il pesce ragno, il pesce pettine, il boccaccione. Di notte anche le mormore. La pesca al bolentino è molto bella perché si sente il pesce quando dà le tocche (cioè quando di muove per mangiare). Infatti il fascino di questa pesca è nel percepire sulle dita l'abboccata del pesce e si possono fare anche delle previsioni su quale pesce ha abboccato. Io ci becco quasi sempre!!! 
La scelta del posto è vincolata dalle specie che vogliamo pescare, dalle condizioni atmosferiche e dal mezzo, la barca, che disponiamo. Utili strumenti sono l’ecoscandaglio per sondare il fondo e il GPS.

A Varazze, sotto ai Piani di Invrea c'è una zona chiamata "banco" (per chi e' delle nostre parti rimane proprio sotto la discoteca Orizzonte) con un fondale dai 10 ai 20 mt dove si trovano pesci pettinie, rombi, pesci ragno, ai quali bisogna stare attenti perché se si viene punti fa molto male! 


La pesca col bolentino: il pesce pettine o sole
Tra i pesci che si possono pescare con il bolentino c'è il pesce pettine o pesce sole, di origini tropicali. Rosso da giovane, da adulto diventa verde. 
Ha il corpo molto schiacciato sui fianchi e con profilo della testa verticale. Bocca piccola, ha 2 denti aguzzi in ciascuna mascella, i denti inferiori sporgono anche quando il pesce ha la bocca chiusa. 
Per difendersi si tuffa letteralmente nella sabbia e se viene catturato tende a morsicare. Raggiunge massimo i 20 cm però ha carni bianchissime, compatte e prelibate. Ricetta
 Pesce pettine al burro
Nella padella con metà olio e metà burro: Si frigge e si mangia con sale e limone, esclusivamente con le mani


... a breve il tutorial del bolentino!!!!

mercoledì 20 giugno 2012

Pesche proibite: la pesca dei bianchetti e dei rossetti



Di chi e' figlio il bianchetto? E il rossetto? 
Il rossetto non e' figlio della triglia, come molti pensano, ma e' figlio del rossetto che al massimo diventa dai due ai tre cm di lunghezza e il suo colore e' rosato, da cui il nome. 
Il bianchetto e' figlio della sardina, dell'acciuga, della saracca o della cippia. Risulta difficile anche per un pescatore come me distinguere  se si tratta di un bianchetto di acciuga o di sarda. L'unico metodo utilizzato è il periodo di pesca. I bianchetti di acciuga sono tipicamente estivi, mentre i bianchetti di sardina sono pescati in inverno. In Italia la pesca dei bianchetti di acciuga è sempre stata vietata, era invece permessa quella del bianchetto di sarda.  
Il bianchetto veniva pescato dal mese di febbraio a fine marzo, non tutti i pescatori avevano il permesso che veniva dato attraverso emanazione di  un decreto ministeriale e si doveva pagare 150€ all'anno. La pesca del bianchetto si faceva con una rete, chiamata bianchettaio, tirata vicino alla costa e generalmente dopo una mareggiata perché i bianchetti amano l' acqua torbida. Ultimamente si usava lo scandaglio per evitare di fare molte cale a vuoto. 
Si iniziava all'alba e si guardava nei posti dove i bianchetti amano stare, cioè vicino a riva. Il bianchettaio è fatto come la sciabica, ma, al contrario di quest'ultima, e' galleggiante. Il sacco finisce con una rete di 5mm. Quando non esistevano ancora i frigoriferi, venivano fatti bollire sulla spiaggia e spediti. 
Anche se non si possono piu' trovare, perche' vietati vi lascio una ricetta davvero gustosa, che e' un peccato non poterla più gustare... 



                                                         Friscieu di bianchetti

In una ciotola mettere la farina, sale, un uovo aggiungere l'acqua gasata a filo fino ad ottenere una pastella non molto liquida.
Versare nella ciotola i bianchetti e mescolare molto bene fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettere sul fuoco una padella alta con molto olio, farlo riscaldare, quando l'olio è ben caldo versare la pastella con delle grosse cucchiaiate, lasciar cuocere per pochi minuti fino a quando saranno ben dorate, passarle su carta assorbente per eliminare olio in eccesso .... servirle calde con un pò di sale. 


giovedì 14 giugno 2012

Una pratica un pò crudele: la pesca della seppia


Prima di iniziare con la spiegazione delle tecniche di pesca che uso vorrei spiegarvi come si fà a pescare una seppia maschio. 
Qualcuno di voi lo sa? 
Innanzitutto bisogna avere una seppia femmina viva, si lega nella parte posteriore con un filo di nylon di due metri con un sassolino e si affonda per mezzo metro sotto la barca, poi si trascina remando pian pianino vicino alle scogliere al mattino o alla sera. 
Vedrete, se sarete fortunati, che qualche maschio ignaro del pericolo prima o poi si attaccherà alla femmina. Una volta attaccato si recuperano entrambi con un salaio. A volte succede, però, che alla femmina non piaccia il maschio e così gli dà il nero. Chissà se l'espressione "dare il nero" dipende proprio da questo? 

Ma sapete riconoscere la femmina? 
Sulla parte esterna ha solo dei puntini mentre il maschio ha una riga bianca tutt'intorno. Mio padre mi raccontava che con una sola femmina aveva pescato 99 maschi (boccaloni). 

Un'altra pesca che facevamo da ragazzi era quella con il mirto. Si facevano fascette che si affondavano in zone sabbiose e si ancoravano sul fondo. Le coppie delle seppie ci andavano per fare le uova e rimanevano vicino alla fascina così riuscivamo con facilità a prenderle con la fiocina. 

                                                    Ricetta spaghetti al nero con seppia 
Una seppia a persona. Si pulisce la seppia e si tengono da parte le sacche del nero eventuali uova e il fegato, si taglia a listarelle con pelle e tutto. Si fa rosolare una cipolla con la seppia e si aggiunge vino bianco e si fa cuocere il tutto per 10 minuti. Nel frattempo si butta la pasta e quando è quasi cotta si aggiunge alla seppia il nero e lo si fa cuocere per due e tre minuti. Poi ci si condisce la pasta e buon appetito!!!


mercoledì 13 giugno 2012

Maglioni, mappi, mappetti e cassaletti

Sciabica, rizzola (se piccola) o bianchettaio (per i bianchetti). 
Attualmente vietata dalle nuove normative europee, è stata il più diffuso mezzo di pesca nel passato, che offriva la maggior quantità del pesce disponibile sul mercato e che dava lavoro a tanti pescatori. In quanto al guadagno, si andava alla parte; tolta la spettanza del padrone, il ricavo era diviso in parti uguali tra quanti hanno lavorato. 
In dialetto si usava dire: "Rei (sciabica) famme e sei e pigoggi trei a trei", per sottolineare il fatto che fosse una pesca molto povera, ma la contempo la sciabica era definita una "vacca da lete", nel senso che tutti i giorni forniva comunque il pesce, così come la vacca, tutti i giorni, dà il latte.
La sciabica parte con maglie molto grandi chiamate bande, poi, in ordine, troviamo i maglioni, i mappi, i mappetti e i cassaletti, cui viene attaccato un sacco che finisce con maglie di un centimetro nella sciabica. Dopo il sacco ripartono di nuovo i maglioni, i mappi, i mappetti e i cassaletti. Il pesce pescato dalla spiaggia veniva venduto direttamente sulla spiaggia o in giro con un carretto .

Esistono due modi per tirare la sciabica:


La sciabica tirata dalla spiaggia
La sciabica veniva tirata fino a 15 anni fa dalla spiaggia di Varazze e da antiche foto si può notare che veniva tirata da 10 persone da una parte e da 10 dall'altra. La rete veniva calata a semicerchio utilizzando un'imbarcazione a remi di piccole dimensioni. Un capo della rete si trovava a bordo dell'imbarcazione, l'altro a terra. Una volta concluso il tragitto, i due capi vengono tirati da terra a forza di braccia così da salpare lentamente la rete. A Varazze c'erano cinque o sei sciabiche tirate da terra. 
Gli ultimi a tirare la sciabica sono stati il Gallina (Puppo) e U Pei Russu, oltre che naturalmente il sottoscritto, il Trap.

La sciabica da natante
Un capo della rete veniva calato in mare per mezzo di un'ancora, l'altro mantenuto a bordo, mentre l'imbarcazione compiva una circonferenza ritornando verso il punto di partenza. La rete, infine, veniva salpata direttamente a bordo. 
Con la sciabica si pescavano soprattutto triglie, sogliole, cefali, orate, rossetti e bianchetti ed alcuni cefalopodi, come polpi e seppie. 

Ricetta col pesce da sciabica: Zerli in carpione 
Pulire i pesci e friggerli in olio extra vergine di oliva. Da parte si fà bollire per 10 minuti aglio e cipolle tagliate a fette con acqua e aceto in parti uguali. Terminata la cottura, versate il tutto in un'arbanella dove avete già riposto i pesci fritti in precedenza.